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Risorse energetiche, prestazioni ambientali e salute: scenari e obiettivi d’azione del 2016

  • Gruppo Wedo
  • 16 feb 2016
  • Tempo di lettura: 4 min

9 modi di vedere il mondo. 9 aree tematiche per descrivere la tutela della salute umana e degli ecosistemi ambientali in 180 Paesi. Come? Grazie alla ricerca GLOBAL METRICS FOR THE ENVIRONMENT 2016, sulle prestazioni ambientali (EPI) condotta dal team composto dalla Yale University e Columbia University, con il sostegno canadese e svizzero, che ha lavorato per definire indici confrontabili con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (OSS), adottati nel settembre 2015 e in grado di orientare i piani d’azione nazionali.

Nello scenario complessivo, dalla ricerca emergono dati sulla salute umana e il rispetto dell’ambiente che, come due facce di una stessa medaglia, descrivono tendenze comuni mettendo in risalto la stretta correlazione tra i due fattori. Dall’ancestrale unione fra uomo e ambiente si disegnano metriche dal comune denominatore, che superano i confini di ciascun paese e dimostrano il valore di una campagna globale per uno sviluppo che impatti in modo equo e sostenibile su terra, aria e acqua. Obiettivi per la tutela della salute umana, lo sviluppo infrastrutturale e gli investimenti per il rispetto dell’ecosistema validi per tutti. Al contempo, appare estremamente urgente misurare le prestazioni del cambiamento climatico in tutti i paesi per capire i veri risultati delle politiche attuate per migliorare la situazione climatica.


1. Salute: lo sviluppo economico porta al miglioramento per la qualità di acqua potabile e inquinamento dell’aria aria poiché i governi investono in infrastrutture igienico-sanitarie e di un minor numero di persone. Più esposti i paesi in forte sviluppo per l’aumento industriale della produzione, l'urbanizzazione, e il trasporto motorizzato poiché si registra una crescita dei composti pericolosi nell’aria.

2. Qualità dell’aria: critici i dati rilevati. Più di 3,5 miliardi di persone - la metà della della popolazione mondiale - vive in nazioni con pericoloso qualità dell'aria. L’inquinamento atmosferico pericoloso non è limitato a un solo paese, ma si tratta di un problema globale.

3. Acqua e igiene: Il numero di persone che non hanno accesso alle acqua pulita si è dimezzato. Ancora importante il numero di persone che non hanno accesso ai servizi igienico-sanitari.

4. Risorse idriche e inquinamento dell’acqua: 23 per cento dei paesi non ha una gestione delle acque. Obiettivo di Sviluppo Sostenibile è garantire la disponibilità e la gestione sostenibile delle acqua e servizi igienici per tutti e ha fissato l’obiettivo di dimezzare questi numeri entro il 2030. Tuttavia più dell’80 per cento delle acque reflue del mondo è trattata

quando viene rilasciato nell'ambiente.

5. Agricoltura: il 15,4 per cento degli habitat terrestri e l’8,4 per cento degli habitat marini nel 2014 sono divenuti aree protette. Le nazioni sono a meno del 2 per cento di distanza

dal raggiungimento degli obiettivi globali sulla biodiversità e la ‘conservazione degli habitat. Tuttavia è importante lavorare ancorare il controllo dello sviluppo agricolo e degli

insediamenti umani.

6. Foreste: 2.520.000 km2 di copertura arborea è stato perso nel 2014 a causa di deforestazione e disboscamento.

7. Pesca: il 34 per cento degli stock ittici mondiali hanno subito una contrazione. Il calo dei pesci dimostra la necessità di maggiori misure per il controllo delle risorse marine.

8. Habitat e biodiversità: solo il 20 per cento dei paesi stanno raggiungendo gli obiettivi di contenimento delle emissioni dannose per l’ambiente. L’inquinamento da azoto

ha effetti negativi sulla qualità dell'aria e dell'acqua, porta alla riduzione dello strato di ozono, e aggrava il cambiamento climatico.

9. Clima ed energia: circa un terzo dei paesi sta riducendo le quote di utilizzo di fonti fossili. Questo dato è in accordo con gli obiettivi 2015 della Conferenza di Parigi (COP21); anche se sono ancora da definire le metriche che consentano di valutare i risultati. Il legame indissolubile tra carbonio e la crescita economica rende ancora difficile valutare gli indici di prestazione poiché gli indicatori di clima ed energia mostrano in primo luogo la correlazione tra crescita economica e decarbonizzazione, piuttosto che i reali effetti e risultati delle azioni politiche e iniziative intraprese a favore del miglioramento delle condizioni climatiche.


Stretta correlazione tra indici di prestazione ambientale (EPI) e sviluppo economico, come si vede nell’immagine. I paesi situati in Europa (in verde), tendono

ad avere punteggi più alti EPI in relazione al loro interno lordo Prodotto (PIL) pro capite. Questa tendenza implica che i paesi con maggiori risorse finanziarie possano meglio implementare le politiche per proteggere la salute umana e l'ambiente. Fatta eccezione per Cina (CHN) e India

(IND). Questo risultato suggerisce che non si tratta di una scontata correlazione e ribadisce il ruolo delle politiche e degli investimenti governativi sul raggiungimento di risultati ambientali in termini di rispetto delle biodiversità e della saluta umana.

Inoltre i risultati mostrano come i paesi in via di sviluppo prestino maggiore attenzione alla salute pubblica dotandosi di sistemi sanitari e di gestione dell'acqua pulita, nonché di sistemi per l’accesso a tutti dell’energia.


E l’Italia? Dire che in Europa l’Italia si posizioni tra gli ultimi posti è riduttivo. Infatti se Finlandia, Svezia, Danimarca e Slovenia sono in pole position, gli altri paesi distano di solo pochi punti percentuali. Tutti i paesi hanno intrapreso azioni per la salute ambientale. Va infatti segnalato l’impegno di tutti i paesi nell’attuare politiche intelligenti per la gestione dell’energia.

Il vero valore degli indici EPI è quindi non quello di fare classifiche tra i paesi, ma di migliorare la gestione dei fattori ambientali e umani secondo un comune obiettivo di inversione delle tendenze preoccupanti e di costruzione di un mondo più sano.

 
 
 

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